Veronica Galletta, Pelleossa

Un cunto siciliano

Nel 1943 Paolino Rasura ha sette anni e vive a Santafarra in Sicilia. Suo padre è pescatore e lui non vuole seguirne le orme: ogni volta che sale sulla barca sta male. Gli altri ragazzi lo prendono in giro per la sua attitudine a fantasticare e lo chiamano Ncatesimo: per liberarsi di questo soprannome Paolino accetta di salire al Giardino di Filuppu il Pazzo, che da quando è tornato dall’America vive circondato dai suoi cani, scolpendo teste di pietra e rimpiangendo la sua amata Meri. Da quel momento comincia un’amicizia tra il bambino e lo scultore che sarà di conforto per entrambi. Per Paolino altre figure di riferimento sono la madre, il fratello Ciccio che ha problemi mentali e Zu Ntoni, un vecchio cieco che ama raccontargli storie della vita da minatore. A sorpresa il fratello maggiore Calogero, dato per disperso e poi morto in guerra, ritorna: è stato partigiano e ora è sindacalista e il padre lo butta fuori casa. Nel romanzo di  Veronica Galletta, Pelleossa (minimumfax) la formazione di un ragazzo va di pari passo con l’evoluzione dell’isola siciliana negli anni dal dopoguerra al 1947: il tutto raccontato con una lingua piena di invenzioni che conserva il calore del dialetto e arriva dritto al cuore di chi legge.  

Quella sera di luglio del 1943, quando questa storia accuminciò, Paolino aveva sette anni e quattro mesi, che a pensarci bene nun sù accussì picca per afferrare certe cose del mondo, come quelle che sarebbero accadute. Il cuculo cantava da iorna, e il vento di mare portava lamento di cani e ruomore d'ossa.


Veronica Galletta è nata a Siracusa nel 1971 e vive a Livorno. Con Le isole di Norman (Italo Svevo Edizioni 2020) ha vinto il Premio Campiello Opera Prima. Con Nina sull’argine (minimum fax 2021) è stata finalista al Premio Strega e ha vinto il Premio Letteratura d’Impresa. Con il testo Pelleossa è stata finalista al Premio Neri Pozza per opere inedite.