Walter Scott secondo Franco Marucci

La vedova delle Highlands

Pubblicato nel 1827, La vedova delle Highlands, ora riproposto da Elliot nella traduzione di Angiolo Bandinelli e con la postfazione di Franco Marucci, è un racconto lungo di Walter Scott, incentrato sul personaggio di Elspat MacTavish, che assurge a simbolo della travagliata storia scozzese. Rimasta vedova a metà Settecento dell’avventuroso signore feudale Hamish MacTavish, Elspat riversa tutto il suo affetto e tutte le sue ambizioni sul figlio Hamish Baen. Quando lui, una volta diventato adulto e prese le distanze dal sistema tribale del passato, decide di arruolarsi nell’esercito britannico per andare a combattere in America contro gli indiani e i francesi, la madre diventa folle di rabbia. Considera questa scelta una sorta di schiavitù volontaria e si ripropone di impedirla con ogni mezzo: l’esito di questa risoluzione sarà tragico e la donna rimasta sola vivrà con due capre nel luogo che le ricorda la sua disgrazia. Franco Marucci ci conduce all'interno di questo racconto, illustrandone le premesse e le caratteristiche; parla poi della possibilità che La vedova delle Highlands sia stato letto da Emily Brontë e abbia influenzato il suo Cime tempestose. Il suo intervento si chiude sull'opera e sulla fortuna critica di Walter Scott e sul rapporto tra questo scrittore e Alessandro Manzoni.

Guardavo a Elspat MacTavish, o la Donna dell’Albero (così la chiamavano), come i Greci consideravano i perseguitati delle Furie che patissero i tormenti mentali che sono la conseguenza delle più gravi azioni criminali. I Greci ritenevano gli infelici come Oreste ed Edipo non tanto come coloro che abbiano volontariamente perpetrato il loro delitto, bensì come strumenti passivi dell’esecuzione dei terribili decreti del Fato, e il timore con cui costoro erano riguardati era nondimeno misto a venerazione.


Walter Scott nasce a Edimburgo nel 1771. Proveniente da una nobile famiglia scozzese, studia da avvocato a Edimburgo e si dà alla carriera forense, iniziando contemporaneamente l'attività letteraria. Si fa conoscere con traduzioni delle ballate di Bürger (1796) e di Goethe (1799). Con Waverley, pubblicato anonimo nel 1814, inaugura la serie dei romanzi d'ambiente scozzese, che gli daranno fama e ricchezza. Seguono: Guy Mannering (1815), Il vecchio mortalità (1816), L'antiquario (1816), Rob Roy (1817), Il cuore del Midlothian (1818), La sposa di Lammermoor (1819). Ivanhoe, ricostruzione della vita inglese nel XII secolo, esce nel 1820 e lancia la moda del romanzo storico in cui convergono l'ispirazione fantastica e la ricerca erudita. Ad esso seguono Il monastero e L'abate. Kenilworth (1821) è ambientato nell'Inghilterra di Elisabetta I e Le avventure di Nigel (1822) in quella di Giacomo I. Con Redgauntlet (1824) torna all'ambiente scozzese. Il pozzo di san Ronan (1824) è una storia tragica collocata in ambiente contemporaneo. Il talismano (1825) si svolge in Terrasanta, ai tempi di Riccardo Cuor di Leone. Oltre a numerosi romanzi, scrive anche nove volumi di una Vita di Napoleone (1827). Muore ad Abbotsford nel 1832, poco dopo un viaggio in Italia.

Franco Marucci ha insegnato Letteratura inglese per un quarantennio, principalmente nell’Università di Venezia Ca’ Foscari. Senza contare le numerose recensioni e una cinquantina abbondante di saggi su riviste e miscellanee, è autore, coautore, curatore e traduttore di poco meno di settanta volumi. Sue monografie critiche sono state dedicate a Dylan Thomas (Ravenna 1976), a Gerard Manley Hopkins (Pisa 1977; Firenze 1981; Washington 1994) e a Joyce (Roma 2013). Come storiografo ha pubblicato History of English Literature (8 voll., Oxford 2018-19) e Letteratura inglese. Un profilo storico (Roma 2020), e come comparatista Authors in Dialogue: Comparative Essays in Nineteenth- and Early Twentieth-Century English Literature (Oxford 2020). Come memorialista e saggista ha scritto Pentapoli (Firenze 2011) e Il Michelin del sacro (Pistoia 2013). Come critico cinematografico ha studiato il cinema di Ingmar Bergman in L’occhio del diavolo. Agoni, smarrimenti e riscatti nel cinema di Ingmar Bergman (Firenze 2020), e quello di Hitchcock in Hitchcock. Il prurito della pistola (Vicenza 2021). I suoi romanzi Altomare e Calendario liturgico sono editi da Castelvecchi (2020 e 2022). Le sue opere più recenti sono la monografia critica George Eliot’s ‘The Lifted Veil’: A Sequential and Contextual Reading (Routledge 2022), e la cura per gli Oscar Classici Mondadori di Gerard Manley Hopkins, Il naufragio del Deutschland e altre poesie (2023).