Manuela Faccon, Vicolo Sant'Andrea 9

La narrazione di Vicolo Sant’Andrea 9 di Manuela Faccon (Feltrinelli) si svolge in due tempi distinti: nel 1958, la protagonista, Teresa, fa la portinaia a Padova e dopo dieci anni di lavoro indefesso viene licenziata; nel 1943 invece lavora per la signora Levi e questa fa appena in tempo ad affidarle il suo piccolo Amos prima di essere deportata in Germania con gli altri familiari. Scopriamo che per salvare Amos, Teresa ha pagato un caro prezzo: è stata denunciata ai fascisti, le hanno tolto il bambino e l’hanno rinchiusa per quattro anni in manicomio; quando è uscita, è stata assunta dalle sorelle del maresciallo suo persecutore, per pulire da loro e occuparsi della portineria. In tutto il tempo della sua prigionia e anche dopo, il pensiero costante di Teresa è stato la sorte di Amos. A un certo punto a casa delle sorelle fa la sua comparsa un ragazzino che potrebbe essere lui… Per il suo esordio letterario Manuela Faccon s’ispira alla figura di una zia e ad altri parenti e costruisce un personaggio femminile determinato e mite, pieno di coraggio e di lealtà, oltre a ricostruire un momento storico di grande interesse.

"Che ci fai qui a quest'ora?" si stupì Adele piantando i freni. Un vagito si levò dalla sporta appesa al manubrio, e lei si sporse a controllare. Sgranò gli occhi: "E questo chi è?». 
«Si chiama Amos. Ha sette settimane" fu tutto quello che Teresa riuscì a rispondere.
Si guardarono. Non c'era altro da dire. Adele fece dietro front per seguire la sorella maggiore lungo il canale. La nebbiolina rada penetrava nelle ossa. Prima di risalire sulla bicicletta, Adele parlò: "Cosa ne facciamo di lui?"

Manuela Faccon è nata a Padova nel 1968 e vive a Este. Laureata in Lingue e letterature straniere moderne e dottore di ricerca in Filologia e letteratura, è studiosa di codici manoscritti e appassionata di Storia. Ha pubblicato due libri e vari articoli sulle traduzioni di racconti esemplari e di testi medievali in area iberica. Insegna Lingua e cultura spagnola.