Francesco Bedini, Maledetto Shakespeare

Finire in una setta

In Maledetto Shakespeare (Pelledoca) di Francesco Bedini, il giovane Gionata, figlio di un camionista sempre in giro per lavoro, collabora alla messa in scena di una Tempesta di Shakespeare grazie all’amico Mattia. Conosce così Zoe, una ragazza di cui s’innamora e che lo tiene a una certa distanza. Man mano che le prove si infittiscono, Gionata comincia a capire che c’è qualcosa che non va, più che da attori si sente circondato dai membri di una setta, ispirata a Setebos, il demone citato ne La Tempesta. A questo punto Gionata sa che può contare solo su una persona, Camilla, la cupa vicina di casa, che gli è stata sempre vicina quando ha avuto bisogno di lei…

Mi appoggio al tavolo, la testa mi gira. Mi appoggio con una mano e poi anche con l’altra, cerco una sedia,  ma la vista si offusca per un momento. Il bicchiere cade sul pavimento e si frantuma in un miliardo di milioni di schegge affilate. Mattia sta ancora ridendo, o forse ride di me, e io cerco  Zoe ma la testa gira più forte e ho un conato. Zoe, Zoe,  Zoe, dove… Le gambe cedono e sento il corpo crollare a terra, il mio corpo è a terra, ma la mente è ancora lassù, dov’era fino a un attimo fa, ed ecco che la nebbia mi prende e mi   spegne e… Zoe, dove sei?


Francesco Bedini è nato a Sassuolo nel 1984. Dopo aver lavorato come educatore in doposcuola e centri culturali, dal 2012 gestisce un suo laboratorio artigianale di liuteria dove costruisce e ripara chitarre  elettriche. Tiene, inoltre, corsi di costruzione di strumenti musicali  con oggetti di recupero e serate divulgative sulla chitarra e sulla  musica. Vive a Ferrara. È autore della serie fantasy Il mio gatto si chiama Odino (Editrice il Castoro).